Scrivendo una poesia

Un foglio bianco è carico di emozioni,
è colmo d'ispirazione.
Le forme, le linee, le curve
nascono spontanee
e diventano tempesta di pensieri su carta.

Tu sei

Tu sei la terra che si solleva al passaggio del sole,
le nuvole limpide di granelli
che accarezzano i prati e i primi pensieri.

Fantasia in un momento

Sento musica
nella quiete giocosa di un fuoco scoppiettante.
Sento un canto
nella tempesta di mille venti dal calore avvolgente.

Spiriti insonni

La notte, culla di spiriti insonni,
cacciati dalla luce, puniti a vagare nelle tenebre in eterno.
Venite fantasmi dalle tinte scure e dalle anime dannate,
qui troverete la follia pronta a duellare con voi. 

Io e lei

Lungo il corpo affusolato l'acqua le scivolò,
i capelli suoi di sale e tempeste sconosciute
emerse in un sorriso e il mio sguardo fulminò
lasciando dietro sè emozioni già vissute.

Inchiostro

Nauseata dalle parole in contraddizione,
ne cerco di nuove per sopravvivere.
Il nemico, il più pericoloso,
è annidato dentro di noi.

L'assenzia

Il vento che fuori urla
porta inquietudine nella mia stanza,
il ricordo di me si burla
e il tuo volto al buio danza. 

I sospiri della luna

Sembrava che la luna nervosa e pallida
salendo al cielo avesse schiaffeggiato le nuvole
spargendole come tanti maglioni lavati male
modificandone forme e colori.

Parole bianche

Parole di sole dentro spazi di luce, dipingile.
I sentimenti si risvegliano come allegre bambine
vestite di rose d'argento e chicchi di grano,
dopo una notte di sogni incantati tornano alla vita.

C'eri tu

Il tempo allunga i ricordi,
il tuo viso affiora dalla loro schiuma,
il vento me ne porta l'aroma,
la pelle rabbrividisce su quell'eco.

Non chiamateci piccioncini a Dieci Libri

Ospite della trasmissione tv Dieci Libri, nella puntata numero 329, andata in onda Domenica 4 Marzo 2012, ho presentato il mio nuovo libro "Non chiamateci piccioncini", dando qualche anticipazione sulle esilaranti situazioni di cui si renderà protagonista Shirley Smith in questo nuovo volume delle sue avventure.

Non chiamateci piccioncini a Se Scrivendo

Venerdì 2 Marzo 2012 è andata in onda la puntata numero 655 del programma tv Se Scrivendo, condotto da Christian Floris, durante la quale sono stata intervistata sul personaggio di Shirley Smith e sulle sue avventure nel mio nuovo libro "Non chiamateci piccioncini".

Non chiamateci piccioncini a Bookshelf

All'interno della puntata andata in onda Lunedì 5 Marzo 2012, la trasmissione televisiva Bookshelf ha recensito il mio libro "Non chiamateci piccioncini".

Non chiamateci piccioncini

Shirley Smith è tornata a travolgere tutto e tutti in questo secondo libro. Si è fidanzata con Simone, un bel ragazzo dall'animo gentile che la ama teneramente e che deve sopportare i suoi cambi d'umore se qualcuno comincia a vezzeggiarli e a prenderli un po’ in giro quando sono insieme, e non solo. In questi nuovi racconti Shirley, che non è più considerata una ragazzina, viene infatti perseguitata da una serie di nomignoli che ai più farebbero piacere mentre a lei non vanno proprio giù. Si passa cosi dall'odio di una professoressa che le abbassa i voti, invidiosa della sua relazione felice, a un bambino in spiaggia che le fa smorfie e linguacce ignaro della punizione in arrivo, fino a una malcapitata cameriera che si troverà stesa sul pavimento un po’ per destino e un po’ perché Shirley, simpatica birbante, non perdona.
"Non chiamateci piccioncini" risulta leggero e divertente. Scriverlo, cosi come per il primo, mi ha fatto divertire e altrettanto mi auguro diverta i lettori che scopriranno o continueranno a seguire Shirley e le sue storie.

L'Incipit
"ANTICA, SEVERA E PRECISINA"


A settembre, quando iniziò l'anno scolastico, con molto dispiacere io e i miei compagni di classe venimmo a sapere che la professoressa Cardini, per motivi di salute, aveva dovuto lasciare la cattedra per un periodo imprecisato e una nuova professoressa ci avrebbe insegnato italiano e storia. Il preside venne nella nostra classe ad informarci della questione, ci raccomandò di accogliere la nuova prof. con il dovuto rispetto e di comportarci diligentemente per tutto l'anno e, mentre qualcuno soffocava uno sbadiglio durante il lungo sermone del preside, la nuova prof. fece la sua comparsa entrando irrimediabilmente a far parte delle nostre vite. Un mormorio si diffuse nella classe, tutti bisbigliavano qualcosa all'orecchio del compagno di banco mentre guardavamo con stupore la prof. Non c'erano molte parole per descriverla e credo che a tutti venisse in mente un solo aggettivo: antica. Antica più delle piramidi e delle mummie egiziane che riposavano nei musei; antica più dei dinosauri e del Big Bang; antica come quel paio di orecchini grossi e orrendamente decorati che qualcuno mi aveva regalato quando nacqui, credendo forse che un giorno sarebbero ritornati di moda i monili usati dalle donne all'età della pietra! Ma questa è un'altra storia... «Ragazzi, silenzio per favore» esordì il preside, che a sua volta guardava con sospetto l'abbigliamento della prof. «Adesso, tutti insieme, date il benvenuto alla professoressa Martelletti, la vostra nuova insegnate di lettere». Una nenia indistinta si levò dalla classe: «Benvenuta professoressa Martelletti» mentre dietro di me sentii chiaramente Luigi che diceva "chissà dove ha lasciato il sarcofago". «Bene, ragazzi, adesso vi lascio al vostro primo giorno di lezione e vi auguro un buon anno scolastico» esclamò il preside uscendo dalla classe e sorridendoci mentre noi lo guardavamo un po' turbati dall'arrivo di una prof. così... Antica! Ve l'ho detto che non c'erano altre parole per descriverla, almeno fino a quel momento. Cominciammo a fissare la professoressa Martelletti che dal canto suo prese la sua borsa alla Mary Poppyns e si accomodò alla cattedra. Con estrema meticolosità sistemò davanti a sé il registro, alla sua destra un blocco di fogli per gli appunti e in bell'ordine una gomma, una matita, una penna nera e una rossa, alla sua sinistra posò una bottiglietta d'acqua con un bicchiere di plastica capovolto sopra e alla fine tirò fuori il libro di testo e un altro librone di dimensioni inimmaginabili, come se tutto il sapere dell'umanità vi fosse racchiuso. Vi ho descritto con esattezza come la prof. dispose quel giorno tutto ciò che le occorreva sulla cattedra, perché presto ci rendemmo conto che era quello che faceva prima di ogni lezione, sempre seguendo lo stesso ordine. Tutti noi la guardavamo un po' perplessi nei nostri banchi su cui regnava una confusione di diari, penne e quaderni e sentii Luigi bisbigliare al suo compagno di banco: "È pure una precisina! Quest'anno la vedo brutta e anche lei la vedo brutta". Luca non riuscì proprio a trattenere una risatina, la Martelletti alzò lo sguardo e, spaziando con lo sguardo sulla classe, sentenziò: «Pretendo un silenzio assoluto durante le mie ore». Ci irrigidimmo tutti sulle sedie. Antica, precisina e severa, questo non era certo un bel cocktail in un insegnante. Il rapporto tra noi e lei era iniziato male e non lasciava filtrare nemmeno la speranza di un miglioramento. Io intanto continuavo ad osservarla, proprio non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
...


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Non chiamatemi ragazzina

"Non chiamatemi ragazzina" (edizioni Scrittura & Scritture - 2006) è il  mio primo libro. La protagonista è Shirley Smith, un'adolescente simpatica e allegra che vive diverse avventure, sempre con entusiasmo e con la sua innata dose di vitalità.
Il libro si articola in 10 racconti nei quali Shirley è impegnata a "combattere" contro tutti gli appellativi di ragazzina che le si incollano addosso. Intorno a lei si muovono tanti altri personaggi: la famiglia, gli amici e in ultimo un simpatico ragazzo con il quale sboccerà un fresco amore giovanile. E' una ragazza sveglia, intelligente, vispa e perspicace, si caccia in simpatici casini, o meglio, sono i guai che vanno a cercare lei. E' ricca di fantasia, di voglia di fare, golosissima della vita e del cibo. Tuffarsi nelle sue avventure è travolgente e il libro risulta una lettura fresca e scorrevole. Insieme a Shirley si ci trova quasi sempre anche a riflettere, a trarre piccoli insegnamenti da ciò che le capita, a crescere... In fondo non è proprio questa l'avventura più bella?
Con "Non chiamatemi ragazzina" ho vinto il Premio Piccola Editoria di Qualità indetto dalla Città di Chiari, e mi sono classificata al secondo posto del Premio Bancarellino indetto dalla città di Pontremoli.

L'Incipit
"Tutt'a un tratto la polizia"

Passavo di lì tutte le mattine per andare a scuola, vedevo ogni giorno che dall'edificio all'angolo entravano ed uscivano molte persone, sembravano sempre le stesse. Osservavo quelle facce scure e sospettose e fantasticavo su losche attività, su segreti e cadaveri nascosti. Forse vedevo troppi film e leggevo troppi gialli-horror, me lo diceva sempre anche mia madre: «perché non esci invece di leggere quelle mezze schifezze? Anzi sarebbe meglio che studiassi un po’ di più, ieri ho parlato con i tuoi professori e hanno detto...».
Ma cosa poteva capire mia madre? Quei libri e quelle storie erano la mia passione e sentivo che un giorno sarei diventata una regista, il mio nome sarebbe stato stampato a grandi lettere sui cartelloni pubblicitari e migliaia di persone mi avrebbero acclamato a gran voce. Mi riaggiustai lo zaino sulle spalle, non avevo voglia di starmene sei ore di fila seduta tra i banchi e poi avevo studiato quasi niente, pensai che se per un giorno non fossi andata a scuola non lo avrebbe saputo nessuno, o almeno lo speravo... Sarei stata come Sherlock Holmes, invisibile e attenta a tutti i dettagli. Mi guardai alle spalle e mi avvicinai al portone di quell'edificio, allungai la mano sulla maniglia ma qualcuno dall'interno aprì prima di me e una specie di gigante con un sigaro in bocca mi venne addosso.
«Levati dai piedi, ragazzina!» ringhiò.
Non ero stata poi tanto invisibile.
...


Una slide di immagini della presentazione del libro a Montesarchio





Una slide di immagini della premiazione al Bancarellino, con l'amico scrittore Franco Monacchia




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